La difesa del sistema informativo nazionale ed europeo è urgente

30 maggio 2025

Nell’intervista del Sottosegretario al Corriere della Sera la visione e le azioni concrete per rafforzare il settore editoriale e giornalistico che affronta le sfide dell’innovazione con coraggio e responsabilità.

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Non cedere nemmeno un centimetro di quel presidio della democrazia che è la buona informazione. Sulla base di questo presupposto il sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, ha dato seguito, con alcuni provvedimenti, alla sollecitazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a difesa delle edicole. E non solo.
Un pacchetto da 17 milioni di euro per fare cosa?
«E’ la risposta del governo, e ringrazio la premier Meloni, a tutela di quei cittadini, e sono ancora tanti in Italia, che leggono i giornali sulla carta. A loro abbiamo pensato raddoppiando, fino a dieci milioni, gli investimenti per le edicole rispetto al 2023. Provvedimento già in attuazione».
Esiste anche un tema dei piccoli centri dove le edicole scompaiono?
«Esiste. Penso alle due edicole di Amatrice che hanno rischiato la chiusura. Per questo abbiamo stanziato tre milioni per i punti vendita non esclusivi che prevalgono nei piccoli centri. Mentre quattro milioni sono andati alla distribuzione, per incoraggiare la diffusione dei giornali nelle aree più interne».
La filiera dell’informazione vede a monte gli editori.
«Per i quali abbiamo individuato una misura di sostegno che si basa non più sulle copie stampate ma su quelle distribuite, come abbiamo fatto con i contributi alle agenzie di stampa, correlandoli con il numero di giornalisti impiegati. Un modo per incentivare la qualità dell’informazione nel primo luogo dove le notizie vengono verificate, contrastando le fake news».
L’innovazione galoppante è un’arma a doppio taglio?
«La si può usare in modo più o meno corretto. Noi abbiamo scelto di sostenere chi investe in innovazione nei media come le tv nazionali (non La Rai) e locali, le agenzie e le radio. Auspicando che gli editori operino per migliorare il lavoro giornalistico e non per sostituirlo».
A che punto siamo sul tema dell’Intelligenza Artificiale?
«L’Italia ha fatto un passo avanti anche rispetto all’Ue, avendo già varato un disegno di legge, frutto anche del lavoro della commissione presieduta da padre Paolo Benanti, cui dobbiamo in particolare l’istituzione del reato del deepfake (sintesi dell’immagine realizzata con l’AI, ndr)».
Intanto episodi come quelli successi in Paesi come la Romania, la Francia e la Germania, stanno a dirci che la disinformazione ha armi potenti. Come difendersi?
«Le dirò qualcosa che non ha a che vedere con leggi o finanziamenti: bisogna prima di tutto trasmettere ai cittadini il senso dell’importanza dell’informazione corretta. Lavorare sulla reputazione del sistema».
Il presidente di Confindustria RadioTelevisioni, Antonio Marano, da queste pagine, ha lanciato un appello al governo perché una parte dei ricavi della web tax sugli operatori Over the top (Ott) vada al mondo dell’editoria.
«Sono favorevole a un riequilibrio delle risorse. Certo servirebbe un coordinamento a livello europeo sulla tassazione per renderla più efficace».
Basta? Non c’è una corresponsabilità della politica nel lasciarsi corteggiare dagli Ott?
«Non ci sfugge che ci sono forti pressioni, anche a livello europeo. Ma l’allarme circa il futuro dell’informazione è ormai forte e condiviso. Sono fiducioso che agiremo uniti».

Sottosegretario , Contributo edicole , settore editoriale
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